Piano industriale: i dati storici come fondamento per le previsioni

Pubblicato in Ratio News
Volendo fare previsioni sul futuro andamento della gestione, risulta fondamentale effettuare, come punto di avvio, un attento studio sull`andamento storico della società e del mercato.
Si consideri, infatti, che se non vengono proposti interventi concreti e diretti sul business, non risulterà credibile e prudenziale un piano che preveda un miglioramento della gestione. In altri termini, se i dati previsionali evidenziano un netto miglioramento, o conseguimento, degli equilibri aziendali, gli amministratori dovranno dettagliare nel modo più analitico possibile i fattori alla base dell`inversione di trend (ovvero il cosiddetto fattore di discontinuità con il passato).
Di seguito sono illustrate le principali motivazioni che spingono alla redazione del piano industriale e gli effetti che producono sulle grandezze quantitative del piano.
Come noto, il piano industriale può essere redatto dalle società già esistenti per giustificare una riorganizzazione delle attività svolte dall`azienda, per effettuare modifiche nelle dimensioni dell`attività attualmente svolte, oppure ancora per l`avvio di nuove produzioni. In queste prospettive i dati previsionali, rispetto all`andamento storico della società, potranno prevedere sia un incremento dei ricavi, sia una contrazione dei costi. Oltrechè una rideterminazione delle risorse necessarie per porre in essere tali azioni, ed una conseguente rideterminazione delle disponibilità liquide e dell`esposizione debitoria. In tale ottica, quindi, il piano avrà come destinatari sia gli amministratori, interessati a valutare la sostenibilità dell`iniziativa, ma anche i soci interessati che verranno chiamati a valutare la proposta, ed ancora eventuali finanziatori chiamati a supportarla.
Il piano industriale, però, può anche essere elemento su cui viene impostata una ristrutturazione finanziaria aziendale. In questo caso, non prevedendo necessariamente un`espansione del business aziendale, il piano avrà come interlocutori i potenziali finanziatori per l`ottenimento delle risorse necessarie per mantenere o far espandere il proprio business.
In tal senso, nell`ipotesi in cui si ricorresse a finanziatori esterni, i dati previsionali evidenzieranno un`ipotetica minore tensione finanziaria nel breve periodo, rispetto all`incremento delle passività consolidate. Nell`ipotesi invece di finanziatori interessati a partecipare con capitale a pieno rischio, i dati previsionali di carattere patrimoniale evidenzieranno una maggiore capitalizzazione dell`impresa. Non va però trascurato che una rideterminazione dei carichi finanziari produce effetti anche in ambito economico con la maggiore o minore onerosità degli interessi.
Può ancora succedere, come purtroppo accade da alcuni anni a seguito della crisi, che il piano che gli amministratori redigono in autunno serva come presidio per giustificare l`applicabilità del presupposto della continuità aziendale, utilizzata poi a fine anno come principio cardine nella redazione del bilancio. Ancora più rilevante se si prevedono perdite rilevanti a fine anno.
Tale documento, pertanto, costituirà un elemento essenziale verso terzi per giustificare i criteri di valutazione adoperati in sede di bilancio, a condizione che, considerando la continuità come la capacità dell`impresa di far fronte ai propri impegni per un arco temporale di almeno 12 mesi (IAS1), il piano illustrerà nello specifico come la società reperirà la liquidità necessaria per soddisfare le passività correnti, senza comportare pregiudizio a terzi o un peggioramento delle condizioni generali d`impresa.

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