La riserva utili su cambi

Pubblicato in Ratio News

Le operazioni in valuta estera sono operazioni effettuate in una moneta differente da quella di conto.

Le operazioni che sorgono nel corso dell`esercizio, così come disciplinato al c. 2 dell`art. 2425-bis C.C.., devono essere iscritte nella contabilità utilizzando il tasso di cambio del giorno in cui l`operazione è compiuta. Il trattamento contabile, invece, si differenzia, come disciplinato dall`art. 2426 numero 8-bis C.C., per le poste in valuta estera iscritte nell`attivo circolante eventualmente ancora aperte al termine dell`esercizio. Per tale tipologia di poste è richiesto, in chiusura d`esercizio, l`adeguamento al valore di cambio alla data di chiusura. Il disallineamento tra il valore di prima iscrizione e quello di chiusura darà origine ad utili o perdite su cambi di competenza dell`esercizio corrente, indipendentemente dal mancato realizzo del relativo credito o dal pagamento del relativo debito. Si tratta dei cosiddetti utili e perdite su cambi da valutazione.
Al fine di tutelare la capitalizzazione delle imprese, non è consentita la distribuzione ai soci dei proventi frutto di valutazione, in quanto non ancora realizzati.
Il codice civile, imponendo lo stanziamento di un`apposita riserva, prevede l`impossibilità di distribuire l`eventuale quota parte di utile d`esercizio derivante dal saldo algebrico positivo tra gli utili e le perdite su cambi da valutazione. Infatti, in assenza di un contratto di copertura dal rischio di cambi, la sua determinazione definitiva dipenderà dal tasso di cambio in vigore al momento dell`effettivo incasso o pagamento della posta.
La distinzione, da riportare in nota integrativa (se non già indicato nello schema di conto economico), tra utili e perdite da realizzo e utili e perdite da valutazione è pertanto utile non solo ai fini fiscalima anche civilistici.
Ne deriva che, in sede di approvazione di bilancio e conseguente destinazione del risultato d`esercizio, l`eccedenza di utili su cambi rispetto alle perdite da valutazione debba essere iscritta in un`apposita riserva, che non risulterà distribuibile fino al momento del suo realizzo.
Tale riserva può essere utilizzata a copertura di perdite maturate in esercizi precedenti.
L`OIC 26, inoltre, precisa che la creazione della riserva deve avvenire sulla base dell`importo al netto dell`effetto fiscale ed unicamente per la parte non assorbita dall`eventuale perdita d`esercizio, dopo aver ottemperato agli obblighi relativi alla riserva legale.
Alla fine di ciascun esercizio, qualora emerga un utile netto complessivo su cambi superiore all`importo della riserva patrimoniale già iscritta, quest`ultima deve essere integrata per l`eccedenza. Se invece dovesse emergere una perdita o un utile netto inferiore all`importo iscritto nella riserva, rispettivamente l`intera riserva o l`eccedenza devono essere riclassificate in una riserva liberamente distribuibile in sede di redazione del bilancio.
Sul piano operativo, è opportuno considerare che la rideterminazione degli utili o delle perdite complessive non realizzate deve tener conto dei debiti finanziari in valuta che non rappresentano passività correnti, in quanto tali poste saranno realizzate solo al momento del rimborso, e gli utili/perdite precedenti al rimborso non possono considerarsi realizzati: tali poste devono quindi essere «monitorate» in modo distinto dagli altri crediti e debiti in valuta (es.: crediti o debiti commerciali).

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