Pubblicato in Ratio News
I nostri principi contabili nazionali prevedono l’iscrizione dei beni in locazione finanziaria con il metodo c.d. patrimoniale. Si tratta, in altri termini, di una rappresentazione che imputa gli effetti della locazione finanziaria nel solo conto economico, senza alcuna iscrizione del cespite in stato patrimoniale. Tale orientamento, spesso criticato, in quanto più basato su una rappresentazione formale che sostanziale dei contratti in questione, è dettata principalmente dal non trasferimento effettivo del titolo di proprietà del cespite che quindi non sarà imputato tra le attività e quindi non sarà rilevato ai fini della determinazione del patrimonio netto aziendale fino al momento dell’acquisizione definitiva della proprietà attraverso il riscatto. Secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS) invece, il modello applicabile fino al 2018, dettato dallo IAS 17, prevedeva una differenziazione di trattamento a seconda che il contratto trasferisse interamente rischi e benefici (finanziario) o meno (operativo). Va segnalato però che tale impostazione inoltre è stata oggetto di rivisitazione da parte dello standard setter internazionale, in quanto a partire dal 2019, con l’introduzione del nuovo IFRS 16, in sostituzione allo IAS 17, i lease, secondo il principio del “right of use,” si differenzieranno dai contratti di servizio e si prevede una rappresentazione esclusivamente secondo il c.d. metodo finanziario, ossia una rappresentazione che richiede l’iscrizione del bene in stato patrimoniale.
Detto questo, il nostro legislatore, anche al fine di fornire informazioni di carattere sostanziale, richiede in nota integrativa l’inserimento di tre principali informazioni: il valore attuale delle rate di canone non ancora scadute (tale valore deve essere determinato utilizzando i tassi di interesse effettivo desumibile dal contratto), l’onere finanziario effettivo (interesse) attribuibile all’esercizio, nonché il valore che il bene avrebbe avuto se fosse stato considerato fin da subito come immobilizzazione. Grazie a queste informazioni, è possibile colmare il gap prodotto dall’applicazione del metodo patrimoniale.
Il revisore al fine di verificare la corretta rappresentazione di tali operazioni deve in primis ottenere tutti i contratti di locazione finanziaria che hanno prodotto effetti durante l’esercizio. Per ciascuno è auspicabile che sia data rappresentazione del piano finanziario, dal quale il revisore possa, in maniera agevole, determinare la rata nonché la sua composizione (quota capitale e quota interesse), ma anche il timing concordato per i singoli adempimenti. Sempre nella documentazione raccolta dovrà essere esplicitata l’entità degli interessi in termini percentuale e l’ammontare delle commissioni applicate. Ottenuta tale documentazione, il revisore dovrà verificare che il loro effetto sia esclusivamente imputato a conto economico secondo metodo patrimoniale, in quanto il metodo finanziario nei bilanci civilistici è vietato. Tale verifica può essere effettuata verificando l’effettiva detenzione del titolo di proprietà dei singoli cespiti iscritti tra le immobilizzazioni. Sempre dal contratto il revisore dovrà valutare il corretto trattamento dei canoni, ma anche di un eventuale maxi-canone iniziale, che devono necessariamente essere imputati nel corso degli anni per competenza con la tecnica dei risconti.