Pubblicato in Ratio News
A seguito del D.lgs. 139/2015, una delle principali novità che ha coinvolto i bilanci redatti in forma ordinaria, è stata l’introduzione del rendiconto finanziario come documento obbligatorio di bilancio. Ci sono però circostanze in cui, anche quando non vi è l’obbligo, potrebbe essere opportuna una sua predisposizione.
Il rendiconto finanziario è un documento di bilancio che consente di affinare la valutazione finanziaria dell’impresa. Tale prospetto presenta la variazione delle disponibilità liquide scomposte in flussi di cassa distinti in base alle differenti “gestioni” di provenienza, gestioni che l’OIC 10 classifica in operativa, degli investimenti e dei finanziamenti. Tali flussi possono avere segno positivo, concorrendo quindi alla formazione di liquidità, ma anche segno negativo comportando un suo assorbendo ed, a esclusione di quello operativo, il segno non rappresenta un giudizio di merito sull’andamento sociale.
Per tale scomposizione in flussi ci si basa su informazioni non sono facilmente rintracciabili negli altri prospetti di bilancio, in quanto, sebbene dal prospetto di stato patrimoniale si possa verificare sia la variazione delle liquidità, che la variazione delle varie poste attive e passive, tali informazioni non risultano sufficienti, poiché non è possibile comprendere le motivazioni alla base della variazione delle singole poste contabili. Nel conto economico, invece, vi è la formazione del risultato d’esercizio, risultato che però è costituito in parte sia da componenti di reddito di natura monetaria che non monetaria. In tale logica il rendiconto finanziario si pone come punto di incontro tra i due documenti.
L’utilizzatore del bilancio deve prestare particolare attenzione al flusso di cassa generato della gestione operativa, in quanto, come noto, sarà quest’ultimo quello atto a sostenere l’impresa sotto il profilo finanziario sostenendo finanziariamente le altre due gestioni. Mentre, infatti, un flusso negativo nella gestione degli investimenti può avere una connotazione positiva in caso l’impresa investa per espandersi, oppure un flusso negativo della gestione finanziaria può implicare l’estinzione di un debito, la gestione operativa deve, in fase di vita ordinaria, produrre la liquidità sufficiente al fine di garantire alla società la liquidità di cui necessita. Tale flusso inoltre è molto rilevante in una logica di analisi di bilancio in quanto esso non è influenzato da rettifiche valutative e pertanto non è soggetto alle c.d. politiche di bilancio.
Ne deriva quindi una rilevante utilità e pertanto la sua redazione non necessariamente deve essere limitata ai bilanci redatti in forma ordinaria. Le imprese, infatti, che avessero bisogno di supporto finanziario da parte degli istituti di credito, possono optare per una sua predisposizione facoltativa e ad un suo inserimento in seno alla nota integrativa. Tale trattamento era già previsto prima che la normativa lo rendesse obbligatorio per le società di maggiore dimensione.