Pubblicato in Ratio News
Nei primi giorni di Agosto, Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, con un apposito documento, ha deciso di fornire ai propri professionisti le linee guida operative su una tematica ritenuta da molti complessa: la valutazione delle partecipazioni in seno al bilancio separato. Il documento, così come più volte ridabito dagli autori, non pretende di essere esaustivo nei suoi contenuti, ma si prefigge di fornire un inquadramento generale.
Il documento, sebbene il tema trattato sia strettamente pertinente ai soggetti utilizzatori dei principi contabili internazionali, è strutturato in modo da fornire indicazioni utili anche alle società che predispongono il loro bilancio secondo Codice Civile. L’elaborato, pubblicato dal CNDCEC, in una logica “divulgativa”, si pone come obiettivo un’analisi ricognitiva e comparata del dettame previsto dai principi contabili internazionali sul delicato tema della valutazione della partecipazioni.
Il documento fornisce in prima battuta un inquadramento concettuale dei principi contabili internazionali sul tema delle valutazioni delle partecipazioni. In particolare, tale tema è contenuto negli IAS 27 (bilancio separato) 28 (partecipazioni in società collegate e JV) 39 (strumenti finanziari) e IFRS 9 (strumenti finanziari), 10 (bilncio consolidato), 11 (accordi a controllo congiunto), 13 (valutazione del fair value). L’attenzione è poi posta sulla valutazione delle partecipazione al c.d. fair value con specifico riferimento alle novità introdotte dal principio IFRS 13. Al riguardo si fa presente che i principi contabili internazionali richiedono che le c.d. “altre partecipazioni” siano misurate al fair value in quanto, non configurandosi né il controllo, né l’influenza notevole, né il controllo congiunto, una loro siffatta valorizzazione sia molto utile agli utilizzatori del bilancio. In ggiunta a ciò, limitatamente al bilancio separato, anche le partecipazioni in società controllate possono essere valorizzate nello stesso modo, alternativamente al ad altri medotdi quali quello del costo storico, ma al metodo del patrimonio netto.
Fatte tali premesse, sono prese in esame le tecniche maggiormente utilizzate nella prassi professionale per la determinazione del fair value, ossia, il metodo della valutazione di mercato, tecnica che si basa sull’osservazione di operazioni comparabili, il metodo reddituale, basato invece sulla previsione ed attualizzazione dei risultati attesi, ed ancora il metodo del costo, ossia l’ammontare richiesto per l’eventuale sostituzione. Dopo aver illustrato tali metodi, e le loro peculiarità, il documento richiama quanto illustrato nei Principi Italiani di Valutazione (PIV) e nei Principi Internazionali di Valutazione (IVS), in quanto in determinate circostanze il valore da attribuire alla partecipazione potrebbe discostarsi da quello dell’azienda.
In conclusione viene poi presentato un paragrafo che illustra a grandi linee quanto disposto dalla normativa civilistica sul tema.
Il documento in esame, così come sottolineato dai suoi redattori, non ha l’ambizione di considerarsi guida esaustiva nel processo di valutazione, ma piuttosto passa in rassegna le tecniche di valutazione maggiormente adottate.